Si è parlato dell’adolescenza, una fase di transizione e di passaggio complessa che tutti abbiamo vissuto, è una fase difficile in cui predomina un sentimento d’ incertezza rispetto a se stessi e rispetto al futuro che fa sentire fragili ed insicuri.
I ragazzi che hanno meno capacità di resistere a questa confusione, a questo vortice accentua uno dei due comportamenti che si possono manifestare: o mettersi in mostra e farsi vedere o restare nell’ombra. Questi sono aspetti che ritroviamo nei bulli e nelle vittime.
Attorno al bullo che prende attivamente l’iniziativa di fare prepotenze ai compagni ci sono gli aiutanti, che agiscono in modo prepotente come “seguace” del bullo e i sostenitori che rinforzano il comportamento del bullo, ridendo, incitando o anche stando semplicemente a guardare senza opporsi. Ci sono poi le vittime che subiscono più spesso e ripetutamente le prepotenze, ma anche i difensori e gli spettatori.
Le vittime sono solitamente fragili ansiose e insicure e non si omologano al gruppo, sin dall’infanzia, sono bambini che tendono a manifestare un atteggiamento prudente e di forte sensibilità, se attaccati, reagiscono richiudendosi e piangendo, hanno un’opinione negativa di sé e della propria situazione e spesso tende alla solitudine e non riesce a parlare con i genitori o con gli altri del proprio dolore.
Anche la personalità del bullo di fondo è fragile: si fonda sull’estrinsecare un potere attraverso la sopraffazione di chi è percepito come debole, quasi come una compensazione: «rifiuto la mia fragilità e schiaccio quella dell’altro».
Da questa spirale si può uscire solo accettando la funzione del dolore come condizione umana di base, scegliendo tra un dolore utile ed una lunga sequela di dolori inutili Questi punti di scelta sono le crisi, che se superate, aprono nuove porte che si aprono e permettono di uscire dalla condizione fragili per sentirci più forti ed interi.
Ci si è chiesti insieme come intervenire in casi di bullismo. E’ importante una alleanza Educativa tra Famiglia, Scuola e associazioni basata sulla fiducia e la collaborazione. E’ importante ascoltare le emozioni di chi vive questo (tutti gli attori) e fare crescere l’autostima
ed insegnare la compassione.
Le relatrici Ester Miggiano e Alessandra Fistolera hanno presentato una riflessione nata all’interno del progetto “Scuola della Famiglia” un progetto di Servizio, realizzato su base volontaria che vuole offrire semi di Luce, legati ai Valori e portare bellezza nei rapporti partendo da un nucleo fondamentale della nostra vita che è la Famiglia, per maggiori informazioni sui progetti si può consultare il sito www.scuoladellafamilgia.it.
Prossimo appuntamento della scuola della famiglia si svolgerà a Piussogno (sede da definire) sull’affrontare il lutto e la morte, venerdì 12 aprile.